Vi racconto la valle del Sillaro

Una roggia, una riva rovinata, un albero, un campo seminato, il cielo. Niente di più comune da trovare nel territorio100_6769 lodigiano. Ogni giorno molti di noi possono osservare questi elementi solo uscendo un poco dalla città o dal paese, a piedi, in biciletta o in automobile. Questo schema paesaggistico a prima vista banale e scontato, diventa il materiale ideale per le attività di lettura del territorio che proponiamo ai ragazzi. Si tratta di un palinsesto, in cui è possibile leggere una parte della storia del Lodigiano che, con sorpresa, bambini e ragazzi si trovano a toccare con mano, a osservare in presa diretta sul territorio: la storia si imprime sul territorio, l’uomo lascia le tracce del proprio agire e con un’opportuna osservazione guidata tutti possono leggere e comprendere.

Tutto questo è avvenuto nei mesi scorsi per i ragazzi di alcune classi delle scuole primarie e secondarie di Graffignana, Villanova Sillaro e Borghetto che, per completare il loro percorso ponte tra la scuola elementare e media, si sono dati un insolito appuntamento nelle campagne attorno ai loro paesi.

Tra una roggia, una cascina abbandonata e ciò che rimane di un’antica abbazia, è stato emozionante assistere all’incontro tra i bambini di quinta e quelli di prima media: un incontro simbolico ma denso di significati, per i bambini stessi, per gli insegnanti che li hanno accompagnati, e anche per gli operatori di Lupolento che li hanno guidati in quest’avventurosa spedizione. L’ambiente attorno, la campagna di tutti i giorni, ha assistito all’incontro, silenziosa. Loro no, bambini e ragazzi non erano silenziosi, ma carichi dell’energia buona trasmessa dall’ambiente circostante.

Paesi diversi, un unico fiume, un unico ambiente, una storia comune. Leggere la valle del Sillaro, il fiume comune, in un percorso comune, è stata la chiave di passaggio di questi ragazzi che si avviano a diventare grandi insieme.

Leggere e comprendere i segni dell’uomo e della storia sul territorio, li ha resi consapevoli del luogo in cui viviamo e, in definitiva, della nostra comune identità.

Anna Maria Rizzi